La storia del Cinema italiano di finzione ha origine nel 1905, quando il cineasta Filoteo Alberini* realizzò il cortometraggio a 7 quadri intitolato "La presa di Roma", proprio in occasione dei 35 anni dalla breccia di Porta Pia.
Il film breve, piccolo kolossal del cinema muto, fu girato all'interno di un vero e proprio teatro di posa e il 20 settembre 1905, in quella che fino a pochi anni fa era considerata la sua prima proiezione pubblica, la pellicola riscosse un successo incredibile poiché per la prima volta in Italia era stato realizzato un film a quadri con tanto di attori e scenografia.
In realtà, tuttavia, recenti studi realizzati da Renato Bovani e Rosalia Del Porro hanno dimostrato che La presa di Roma fu in proiezione in anteprima al Cinematografo Artistico di Livorno a partire dal 16 settembre dello stesso anno, ben 4 giorni prima della proiezione romana. Nella sala di via Vittorio Emanuele (oggi via Grande) di proprietà del Cav. Mauri e gestita dal direttore artistico sig. Hermet, il biglietto costava 20 centesimi e il film di Alberini fu preceduto dalla proiezione di una "scena comica" intitolata Falso allarme. Il successo, ovviamente, fu strepitoso; la pellicola fu applauditissima e recensita come "uno spettacolo veramente istruttivo e divertente".
Perché fu scelta proprio Livorno per l'anteprima?
Ancora una volta, come già dimostrato dallo stretto legame che aveva unito la città labronica ai fratelli Lumière a partire dal 1896, la motivazione è da ricercare innanzitutto nella fama turistica estiva di Livorno, molto amata tra l'altro da letterati e politici romani, e in secondo luogo dall'incredibile successo di pubblico nei confronti delle proiezioni cinematografiche e di numero di sale presenti in città.
E così, grazie a queste peculiarità quasi uniche in Italia, la città toscana fu scelta per questo importante avvenimento che segna la nascita del cinema di finzione italiano e, secondo alcuni, del genere storico, che proprio in Italia avrà grande successo nei decenni successivi.
*Filoteo Alberini è considerato il pionere italiano del linguaggio cinematografico e il suo contributo all'evoluzione del "cinematografo" è stato immenso. A lui infatti sono attribuite invenzioni come la "cinepanoramica" (un sistema di obiettivo girevole che allarga l’immagine sullo schermo) e lo scatto fotografico in sequenza.
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